mercoledì 14 aprile 2010

Capire mio figlio attraverso i suoi disegni di Evi Crotti e Alberto Magni


Capire mio figlio attraverso i suoi disegni

I test della figura umana, dell'albero, della casa, della famiglia, che rivelano i sentimenti nascosti.

Il disegno è un modo spontaneo di esprimersi dei bambini. Questo manuale offre al lettore la possibilità di comprendere quei problemi e bisogni nascosti che il bambino non esprime a parole, ma che lasciano una traccia chiara sulla carta: nei disegni, nei colori, negli scarabocchi.

Il libro presenta molti esempi di disegni e scarabocchi in bianco e nero e a colori, eseguiti da bambini di età prescolare e scolare, accompagnati da semplici e illuminanti interpretazioni psicologiche.

Evi Crotti, psicologa e pedagogista, ha fondato a Milano nel 1975 la prima scuola di grafologia morettiana, che tuttora dirige. Nel 1986 ha organizzato il primo Convegno Nazionale di Psicologia e Grafologia. È consulente di aziende per la selezione e la formazione del personale e di studi legali per la compilazione di perizie grafologiche. Collabora con diversi giornali occupandosi di scrittura e psicologia dell'età evolutiva.

Alberto Magni, medico chirurgo, si occupa di medicina psicosomatica, medicina legale e psicoterapia. Collabora alle attività psico-grafodiagnostiche del Centro di studi e ricerche Crotti-Magni, dedicandosi in particolare agli aspetti clinici, e scrive su riviste mediche.

Insieme, Evi Crotti e Alberto Magni hanno scritto Grafologia, Grafologia e salute, Bambini e paure, tutti pubblicati da Red Edizioni.

lunedì 15 marzo 2010

Lezione di Sfiatata (Giorno 15 Marzo)

Per avvistare una balena basta tener d'occhio l'orizzonte. La balena, che è la regina del mare ma non è un pesce, deve venire a galla per respirare almeno ogni 20 minuti, ma di solito lo fa assai più spesso. Quando affiora, butta fuori l'aria che durante l'immersione teneva in trachea, mica nei polmoni come fa l'uomo, che per questo rischia di morire se viene su troppo in fretta. L'aria, che ha la temperatura del suo corpo, 37 gradi circa, a contatto del freddo esterno diventa vapore e pare lo zampillo d'una fontana, o meglio d'un geyser. Si chiama "sfiatata" e dal tipo di sfiatata è possibile distinguerla dal capodoglio. La balena sfiata con un getto ben dritto, la sfiatata del capodoglio pende come la Torre di Pisa. Se sei fortunato, potrai incontrare un'intera scolaresca di capodogli, intenti a prendere lezioni di sfiatata: allora vedrai anche 200 sfiatate, a ritmo, come in una parata militare. I giovani capodogli prendono lezione da un vecchio lupo di mare, si immergonoe riemergono ogni 10 minuti, e ogni volta che emergono sfiatatano 70 volte, 7 secondi a sfiatata. Per distinguere un capodoglio da una balena guardagli il mento: se ne ha troppo (se ha la "scucchia", dicono a Roma, o la "sbessola" dicono nel Veneto) allora è una balena. Se ne ha troppo poco, è un capodoglio. E poi il capodoglio ha piccoli denti affilatissimi (con cui Moby Dick mangiò la gamba di capitan Achab), la balena non ne ha. Sono solo fanoni quelli che mostra, di continuo, in un eterno sorriso, ed equivalgono a una rete per tener dentro i piccoli molluschi di cui si nutre, e che imprigiona con grande boccate d'acqua.



Tratto da: Teresa Buongiorno, 366 Storie della Buonanotte, ed. Mondadori

venerdì 5 marzo 2010

Biografia di Beatrix Potter

Beatrix Potter nacque nel 1866 e crebbe vivendo la tipica esistenza ovattata di una ragazza vittoriana di famiglia benestante. Non frequentò la scuola, ma la sua istruzione venne seguita da istitutrici nella sua casa di Londra, ed ebbe così ben poche occassioni di frequentare altri bambini. Il suo unico fratello, Bertram, aveva sei anni mano di lei e, quando lui era a scuola, l'unica compagna di Beatrix erano i piccoli animali che teneva nello studio. Era capace di osservarli per ore, di studiare il loro comportamento e di schizzarli con grande abilità. Ogni estate il padre di Beatrix Potter affittava per tre mesi una casa di campagna, dapprima in Scozia, poi nel Lake District. Durante queste lunghe vacanze Beatrix e Bertram avevano l'oppurtunità di esplorare la campagna e di apprendere nozioni sulle piante e gli animali semplicemente osservandoli.
La carriera di Beatrix Potter come artista e narratrice per bambini iniziò nel 1902, quando Frederick Warne diede alla stampe La Storia di Peter Coniglio. In precedenza parecchie case editrici avevano rifiutato il racconto, ma il pubblico l'amò dal momento in cui venne pubblicato. Beatrix aveva una fantasia prorompente e scrisse in media due libri all'anno fino al 1910.  Il denaro guadagnato le consentì una certa indipendenza, anche se continuava a vivere in casa con i genitori. Nel 1905 il suo responsabile editoriale, Norman Warne , la chiese in moglie. Malgrado l'opposizione dei genitori, che lo consideravano un "commerciante" e quindi inferiore a loro, Beatrix accettò, ma la morte del giovane per anemia perniciosa, solo poche settimane dopo, pose tragicamente fine al fidanzamento. In quello stesso anno la scrittrice comperò la sua prima proprietà nel Lake District, la fattoria Hill Top nel villaggio di Sawrey. Dopo la morte di Norman Warne, trascorse là quanto più tempo possibile. La fattoria e la circostante campagna cominciarono ad apparire nelle sue storie e alcune delle sue più amate illustrazioni mostrano paesaggi di quella regione.
Nel 1913, a quarantasette anni, Beatrix sposò William Heelis, un avvocato del luogo, e fissò la sua residenza a Sawrey. Iniziò da allora a mettere in secondo piano la scrittura e la pittura per dedicarsi alla coltivazione, all'allevamento delle pecore e all'acquisto di terreni nella splendida campagna di Lake  District per assicurarne la conservazione. Negli ultimi trent'anni di vita, i suoi interessi principali furono l'agricoltura e la campagna, tanto che alla sua morte, nel 1943, lasciò alla nazione più di quattromila acri di terra e quindici fattorie. Fu una donna notevole, dotata di un'immaginazione veramente originale, di un talento artistico e letterario, di un forte senso intuitivo e della tenacia necessaria alla piena realizzazuione della propria fantasia.


L'intera biografia è copiata dal libro Beatrix Potter, Il mondo di Beatrix Potter, ed Sperling e Kupfer

La Storia di due Topini Cattivi di Beatrix Potter (1904)

C'era una volta una bellissima casa di bambole; era in mattoni rossi, con le finestre bianche, le tendine di vera mussola, un'elegante porta d'ingresso e un camino.
Le padrone di casa erano due bambole, di nome Lucinda e Jane; veramente la padrona di casa era Lucinda, ma non dava mai ordini in cucina. Jane era la cuoca, ma non faceva mai da mangiare, perchè i pasti erano sti comperati una volta per tutte bell'e fatti e stavano in una scatola tutta imbottita di paglia perchè non si sciupassero.
C'erano due aragoste rosse, un prosciutto, un pesce, un budino, qualche pera e qualche arancia. Non era possibile togliere i cibi dai piatti, ma facevano una figura bellissima.
Un giorno Lucinda e Jane erano andate a fare un giretto con la loro carrozzina. La stanza dei bambini era deserta e tranquilla. A un certo punto si sentì scalpitare e raspare in un angolo accanto al camino dove, sotto lo zoccolo, c'era un piccolo buco. Tom Pollice mise la testa fuori per un attimo, e subito la ritrasse. Tom Pollice era un topo.
Un minuto dopo anche Hunca Munca, sua moglie, mise la testa fuori; e quando vide che nella camera dei bambini non c'era nessuno, si avventurò sull'incerata sotto il recipiente del carbone.
La casa di bambola stava dall'altro lato del caminetto. Tom Pollice e Hunca Munca attraversarono prudentemente il tappeto davanti al camino. Provarono a spingere la porta d'ingresso: era aperta!
Tom Pollice e Hunca Munca saliro al piano di sopra e fecero capolino nella sala da pranzo. Quello che videro li fece squittire di gioia! Che splendido pranzo era apparecchiato sulla tavola! C'erano cucchiai di latta, coltelli e forchette di piombo e due seggioline. E tutto aveva un'aria così comoda!
Tom Pollice si sedette e si mise subito ad afferrare il prosciutto. Aveva un bel colore rosso brillante, con striature bianche. Il coltello si piegò e lo ferì; allora Tom si mise in bocca il dito
"Non è abbastanza cotto, è troppo duro. Prova tu, Hunca Munca."
Hunca Munca si alzò in piedi sulla sedia e diede un colpo deciso al prosciutto con un altro coltello. "È duro come quello del pizzicagnolo", disse Hunca Munca.
Il prosciutto face un balzo dal piatto e rotolò sotto la tavola. "Lascia perdere", disse Tom Pollice. "Proviamo col pesce, Hunca Munca".
Hunca Munca tentò con un coltello dopo l'altro, ma il pesce rimaneva incollato al piatto.
Allora Tom Pollice perse la pazieza. Posò il prosciutto sul pavimento e cominciò a tempestarlo di colpi con la pinze e con la paletta del camino... bang, bang, spic, spac!
il prosciutto volò in mille pezzi perchè, sotto la vernice brillante, era fatto di gesso!
Tom Pollice e Hunca Munca non si davano pace per la rabbia e la delusione. Spaccarono il budino, le aragoste, le pere e le arance.
Siccome il pesce non si staccava dal piatto, lo ficcarono nella carta crespa rosso fiamma della cucina. Ma non riuscirono neanche a bruciarlo.
Tom Pollice si arrampicò su per il camino della cucina e guardò fuori. Ma non c'era ombra di fuliggine.
Mentre Tom Pollice era salito nel camino, Hunca Munca ebbe un'altra delusione. Aveva trovato sulla credenza dei barattoli, con le etichette: RISO-CAFFÈ-ZUCCHERO, ma quando li rovesciò, non saltarono fuori che palline rosse e azzurre!
Allora i topi si misero d'impegno a fare più danni che potevano, specialmente Tom Pollice. Prese tutti i vestiti di Jane dai cassetti del comò, nella sua stanza da letto, e li scaraventò dalla finestra dell'ultimo piano.
Ma Hunca Munca era un tipo più pratico: dopo aver tirato fuorì metà delle piume dal cuscino di Lucinda, le venne in mente che lei stessa aveva bisogno di un letto di piume.
Con l'aiuto di Tom Pollice trasportò il cuscino al piano di sotto, e lo trascinò attraverso il tappeto. Fu più difficile infilarlo nella tana, ma in qualche modo ci riuscirono.
Poi Hunca Munca tornò indietro e prese una sedia, una libreria, una gabbia per gli uccelli e molte altre cianfrusaglie. Ma non riuscirono a far entrare nella tane la libreria e la gabbia.
Hunca Munca li abbandonò dietro il recipiente per il carbone e andò a prendersi una culla.
Hunca Munca stava tornando indietro con un'altra sedia, quando improvvisamente si sentì un chiacchericcio sul pianerotto. I topi filarono nel loro buco, e mentre le bambole entrarono nella stanza.
Che spettacolo si presentò agli occhi di Jane e di Lucinda! Lucinda si sedette con gli occhi sbarrati sul fornello e Jane si appoggiò alla credenza continuando a sorridere, ma nessuna delle due fece alcun commento.
La libreria e la gabbia furono recuperate dietro il recipiente del carbone, ma Hunca Munca si era presa la culla e qualche vestito di Lucinda.
Aveva anche preso diverse pentole e padelle, molto utili, e tante altre cosette.
La bambina che possedeva la casa di bambole disse: " Qui ci vuole un bambolotto vestito da poliziotto!"
Ma la sua bambinaia propose: "Qui ci vuole una trappola per topi!"
Così, questa è la storia dei due topolini cattivi, ma in fondo non era poi così cattivi, perchè Tom Pollice ripagò tutto quello che aveva rotto.
Sotto il tappeto trovò una moneta da sei soldi tutta storta e quando fu la vigilia di Natale lui e Hunca Munca la ficcarono in una delle calze di Lucinda e Jane.
E ogni mattina all'alba -quando tutti dormono ancora- Hunca Munca arriva con la sua scopa e la sua paletta a spazzare la casa delle bambole!
FINE